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FAME NERVOSA
Dott.ssa Stefania Canil

FAME NERVOSA

Cosa sappiamo della cosiddetta "fame nervosa" e come possiamo contrastarla.

I benefici di un’alimentazione sana, che segue determinati principi e serve a saziarci e mantenerci in salute, sono ormai noti ai più.

Sembrerebbe naturale, quindi, aderire a determinate condotte alimentari e comportamentali.

Molti sanno quali sono i cibi più “healthy”, sanno cosa gli fa bene e cosa causa disturbi più o meno importanti, sanno addirittura come e quando allenarsi per mantenersi “in forma”.

E allora perché questa grande fatica a fare una scelta, che sembrerebbe così scontata, come seguire una dieta?

Prima di tutto però , che cosa è una dieta?

La parola dieta deriva dal greco “δίαιτα” e significa “stile di vita”, quindi non “periodo di restrizione calorica, stravolgimento delle abitudini alimentari comode e fatica” come tante volte si pensa.

Quindi seguire una “dieta sana” corrisponde allo scegliere uno stile di vita (che può essere personalizzato per ognuno) in grado di dare benessere e salute.

Molte volte, però, tra i migliori intenti e la realizzazione di questo stile di vita, si frappongono mille fattori e uno dei più difficili da gestire è quello della “fame nervosa”, anche detta “fame emotiva”.

Di cosa si tratta?

In realtà la fame nervosa ha molti volti. Per alcuni è quella sensazione di vuoto allo stomaco, di necessità irrefrenabile di mangiare fino a che non ci si sente “pieni”. Per altri la fame nervosa è la perenne difficoltà a fare pasti organizzati, che si traduce in un costante spilucco per colmare la fatica di far girare l’organismo sempre “in riserva”. Per altri ancora è l’introduzione di alimenti per inerzia, quasi per noia, nel momento in cui si ha del cibo a disposizione, indipendentemente da una reale sensazione di appetito.

Possono essere tante le situazioni e le emozioni che portano alla fame nervosa e che spingono a cercare una consolazione nel cibo, quello che accomuna un po’ tutte è la fase dopo questo “mangiare emotivo” in cui prevalgono la sensazione di fatica, di aver vanificato un percorso che si poteva essere intrapreso… alle volte anche di vergogna. Non a caso, spesso, le “mangiate” vengono consumate in solitaria e quasi di nascosto.

In questo periodo delicato poi, con l’instaurarsi delle restrizioni, l’introduzione massiva dello smart-working e con la drastica riduzione dell’attività fisica, mangiare sembra una delle poche valvole di sfogo rimaste.

Ma alla fine come ci si può comportare?

Può essere di grande aiuto non seguire diete troppo proibitive, dove la formula che ritorna è un costante “questo non lo posso mangiare…”, ma tornare a vedere il cibo come un alleato e non un nemico da combattere, che attenta alla migliore forma fisica.

E’ molto più utile comprendere che se mi alimento bene posso stare meglio, ma per fare ciò posso comunque godere dei piaceri della tavola. Cucinare e mangiare sono attività conviviali e di svago e non vanno assolutamente demonizzate.

E’ fondamentale poi differenziare tra il senso di vuoto dato dalla fame reale, rispetto al senso di vuoto “emotivo” della fame nervosa, che un cibo non potrà mai colmare per davvero.

E se la fame emotiva ( o fame nervosa ) venisse vista per quello che realmente è? Ovvero un segnale, una cartina tornasole dello stato d’animo di ognuno.

Se nella giornata sono stati consumati dei pasti corretti, senza saltare la colazione e il pranzo per arrivare direttamente a merenda a suon di spilucchi e caffè e, ad un certo punto, mentre risolviamo un problema lavorativo ci viene un’irrefrenabile voglia di biscotti… Che cosa ci sta dicendo quella fame?

Forse è ansia, stress per il lavoro… e in che modo mangiare risolverà tutto questo?

O ancora, se una volta sul divano, quando tutti vanno a dormire si viene assaliti dal “bisogno” di dolci che cosa vorrà significare? Forse è il primo momento che ci si prende per rifiatare dopo tutta la giornata e si ha bisogno di una coccola, di una gratificazione… quindi può essere il segnale che ci si dovrebbe concedere anche altri modi o momenti per prendersi cura dei propri bisogni.

In conclusione, oltre a vedere la fame nervosa per quello che realmente viene a mostrare, è doveroso non essere troppo esigenti con se stessi e accettare che ci saranno delle ricadute… Fanno parte del pecorso!  Contrastare il meccanismo della fame nervosa può richiedere tempo e spesso un intervento psicoterapeutico, qualora emergessero questioni su cui si ha necessità di lavorare, ma è anche un bellissimo percorso da intraprendere per essere liberi di scegliere il proprio stile di vita senza che siano gli eventi e le emozioni non accolte a sceglierlo al posto di ognuno di noi.

 

NG Pharma promuove lo stile di vita sano, consigliamo quindi di mangiare in modo corretto ed equilibrato, senza saltare i pasti, e di inserire nella propria alimentazione DIMA100, per aumentare in modo naturale il metabolismo e DRENA100 per combattere gonfiore addominale, ritenzione idrica e senso di pesantezza .

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